rassegna stampa cd "Underfloor" (2004) (in ordine cronologico - più recenti in alto)
[...]i
fiorentini Underfloor hanno la stoffa, suonano originale musica del
momento, rock italopsichedelico sapido e, dal vivo, sembrano
solidi. Sette e mezzo, quasi otto, audibilissimi [...] Enrico Mauro - Wait! - Luglio 2006 |
D'impatto
e visionario, scattante e diretto ma ricco di sfumature, il rock degli
Underfloor stupisce per la carica energetica e la melodia, la durezza
e l'ingegno delle variazioni strumentali, in un gioco di contrasti e
chiaroscuri che rappresentano il marchio di fabbrica della band, come
si evince da "Nevica" e dalla superba "Improvviso"
[...] Donato Zoppo - Movimenti Prog - Marzo 2006 |
Debut-album
del trio fiorentino che fa del sound di Seattle, della decadente raffinatezza
del rock inglese sfumato di jazz e dellarmonia dei testi le sue
armi vincenti.[...] Monia Balsamello - L'Opinione - 28 febbraio 2006 |
Underfloor live all'OMI Music Club - 23 dicembre 2005
[...]
I testi delle canzoni sono poesia pura, è un piacere persino
leggerli da soli, toccanti, rivelatori, con una musicalità propria,
interna alle parole. Emblematico per tutti è quello di Rubami
il sonno, la richiesta disperata di perché, verità
indispensabili, ma che non ci vengono fornite, e vanno accettate, senza
urlare. Clara Mazzarella - Rockit - Dicembre 2005 |
[...] Nelle tracce dell'album si ritrova un interessante post rock, dal suono potente ma con sprazzi melodici e testi in italiano. Un mix originale di potenza e di "melanconia"... Coraggiosamente, nei concerti, cambiano registro. In teatri e librerie presentano uno spettacolo che, non a caso, si intitola "Underfloorence". E' un viaggio nella cultura, mescolando la musica con la poesia, con frammenti di letteratura provenienti in gran parte dagli ultimi 60 anni di poetica fiorentina. Le parole di Palazzeschi, Fortini, Pratolini, assieme a quelle di autori insoliti come Spinella o Piantini, si rincorrono con quelle degli Underfloor e con la loro musica, presentata in versione acustica, in una struttura di spettacolo sempre aperta a nuove voci e suggestioni. Gaetano Menna - Mondo Agricolo - Luglio 2005 |
Underfloorence a Tredozio per "Strade Blu 2005" (Il Resto del Carlino, 23 luglio 2005)
L'Arno e la sua onda anomala (L'isola che non c'era, maggio/giugno 2005)
Underfloorence al Melbookstore di Roma 16/6/2005 (Il Tempo)
Underfloorence al Seeber Melbookstore 15/4/2005 (La Nazione)
[...] Si parte subito bene con Nevica perla psichedelica dotata di sfuggevole potenza sonora e si prosegue ancor meglio con la successiva Dissolversi languida ballata noir delicatamente jazz, ideale supporto narrante della quotidianità notturna di una qualsivoglia metropoli dormiente, tra strade deserte, ronzanti lampioni accesi, autobus vuoti, sigarette appena fumate e dolorose riflessioni a mio parere lepisodio migliore dellalbum. Ringraziamo di cuore il nostro lettore-cd man mano che ci addentriamo nei grigissimi meandri sonori del disco, inevitabilmente risucchiati dalle vorticose chitarre taglienti di Improvviso quasi come se J.Hendrix e The Edge suonassero a quattro mani la stessa chitarra e ammaliati dalla disarmante saggezza lirica di Consapevoli (Come cambiano le verità quando si è più deboli ") o dalla conciliante rumorosità siderale de Le cose più belle.
Antonio Belmonte - La Scena - 11/4/2005 |
Sorprendente! Amici lettori, ci troviamo al cospetto di un Signor album (con la S maiuscola, si badi), suonato e prodotto divinamente, un disco di statura internazionale eppure... pubblicato da questi tre baldi ragazzi in proprio, senza l'ausilio di alcuna label [...] Cantano in italiano; un difetto? Macchè, un pregio assoluto, considerato che l'apparato lirico è parte fondante del progetto. Finalmente dei testi intelligenti, non frasi gettate a casaccio, tanto per trovare una rima... Verbi che scorrono fluidi su trame godibilissime eppur non facili, ove emergono riferimenti a certo nuovo rock colto albionico (i Radiohead vengono citati esplicitamente), velatamente oscure, certamente umbratili. La bella voce di Matteo Urro esalta queste composizioni che vanno a sfiorare con grazia le più recondite corde del nostro intimo sentire, provocando nell'ascoltatore un piacevolissimo senso di quieto abbandono. Non temono il confronto con distanze impegnative, come dimostrano gli otto minuti scarsi di "Improvviso", song incapace d'annoiare, da ascoltare con aperto sulle ginocchia il booklet, onde seguirne i versi, accompagnati dall'incedere delle chitarre e dal pulsare di basso (in bella evidenza, a dare nerbo alla traccia, come quello di Mick Karn in certe sublimi schegge lasciateci dai Japan) e batteria (suonata con grande perizia da Lorenzo Desiati), sfociante in un ammaliante finale cosmico, o come in "Rubami il sonno" ("Spesso mi dimentico/la casualità della vita/dovrei ricordarmelo/ogni volta che mi muore il cuore...), magma d'emozioni che piacerà a Cristiano Godano. [...] [...]
gli Underfloor sono a tal punto sicuri delle proprie qualità,
che citare riferimenti risulta esercizio sterile. "Stancano le
ore disperse/a correre cercando risposte/Scorrono uguali i giorni/e
sembrano sbiadire nel tempo...". E certamente il tempo non deve
lasciar scolorire questo piccolo capolavoro. Hadrianus - Ver Sacrum - Marzo 2005 |
Unautentica scommessa, pienamente riuscita, anima la serata di giovedì 10 [febbraio] I protagonisti sono un giovane gruppo fiorentino, gli Underfloor [...] Il genere musicale con cui gli Underfloor sono soliti misurarsi è un rock di qualità con testi in italiano che sembra proseguire a tutti gli effetti la grande tradizione del rock fiorentino anni 80. Per la serata però, il gruppo abbandona con coraggio il supporto di volumi alti e amplificatori e presenta un progetto esclusivo in versione acustica, pensato appositamente per il Teatro del Sale e di cui sono interamente autori, dal titolo Underfloorence [...] Matteo
Urro a chitarra e voce, Guido Melis al basso e Lorenzo Desiati alla
batteria si presentano così sul palco insieme alla giovane attrice
Eleonora Lepori , che affronta testi che vanno da autori classici come
Aldo Palazzeschi ad autori contemporanei come Leandro Piantini. Non
è facile per un gruppo rock misurarsi con una realtà così
diversa dalla loro immagine abituale, ma gli Underfloor ci riescono
al meglio e dimostrano sul palco la stessa determinazione che li ha
accompagnati durante tutta la preparazione del progetto. Rassegna del Popolo Del Blues - Marzo 2005 |
Recensione su www.norespect.it - Marzo 2005
Ottima impressione suscitano i toscani Underfloor, giunti finalisti allo storico concorso Rockcontest 2004 (per loro un secondo posto) ed autori di un omonimo lavoro autoprodotto che mette in evidenza le doti interiori di tre ragazzi con il rock nel sangue. Un disco davvero emozionante che affonda le radici, oltre che nel sostrato indipendente della nostra scena, nelle tracce lasciate da simboli più universali come i Radiohead. Un rock psichedelico cantato in italiano che regala momenti di grande intensità; nove brani speciali che vanno ad arricchire la pregiata stirpe del rock fiorentino, da sempre punto di riferimento vitale della scena new wave italiana. La
prima tiratura del cd sarà limitata e può essere richiesta
attraverso il sito; suggeriamo di rischiare nello scegliere gli Underfloor
poiché Guido Melis, Lorenzo Desiati e Matteo Urro portano nel
Dna i cromosomi adatti a creare musica destinata a trasportare e a regalare
i brividi. Giuseppe Carpitella - Raro! - Febbraio 2005 |
Matteo
Urro, Guido Melis e Lorenzo Desiati, in arte Underfloor: questo è
il nome della band che ha mi ridato speranza per il futuro del rock
italiano. Il perché è presto detto: gli Underfloor sanno
suonare, comporre e scrivere testi, vi pare poco? Jacopo Meille- Rock Impressions - Febbraio 2005 |
Underfloor al Teatro del Sale - La Nazione, City, Leggo - 10 febbraio 2005
Presentazione del RockContest 2005 - La Repubblica - 29 gennaio 2005
Firenze
è stata la nutrice di grandi gruppi rock italiani come Litfiba
e Diaframma, e con questo debutto degli Underfloor non si smentisce.
[...] L'ascolto svela un disco basato su una grande ricerca del sound che non risulta mai derivativo ma anzi fortemente caratterizzante. I nove brani presenti convogliano un flusso emozionale, leggermente trattenuto in studio ma che dall'ascolto sembra pronto ad esplodere dal vivo [...] Salvatore Esposito - Jam - Gennaio 2005 |
Underfloor
è Satisfaction
Underfloor, rock toscano allo Space Electronic
Concerto del 1 dicembre 2004, La Nazione, Corriere di Firenze, City
C'è una nuova band nel panorama rock indipendente italiano; si chiamano Underfloor e l'invito è di ascoltarli perché il loro disco d'esordio è davvero una piacevolissima sorpresa. Prendete la potenza del sound di Seattle, la ricercatezza ed il romanticismo decadente del rock inglese ed uniteli insieme aggiungendo dei testi in italiano finalmente emozionanti ed avrete - in parte - gli ingredienti della musica del gruppo fiorentino. Già, perché l'ascolto di canzoni come 'Fragile', 'Rubami Il Sonno' e 'Non So Correre' vi farà provare sensazioni come da tempo, troppo tempo, non vi accade. Guido Melis, Matteo Urro e Lorenzo Desiati suonano con grande affiatamento e feeling e l'improvvisazione in 'Improvviso' fa venir voglia di ascoltarli dal vivo. 'Dissolversi' è semplicemente una bellissima canzone che scomoda il nome di Jeff Buckley per l'intensità che sprigiona e ci ricorda che energia e cuore possono e devono convivere. Jacopo Meille Heavy Music Portal - 16/10/2004 |
Non
suona certo come un disco di debutto, l'omonimo album degli Underfloor
[...] Bernardo Cioci - La Nazione 10/2004 - Il Popolo Del Blues 11/2004 |
...attaccano gli Underfloor da Firenze, compattissimo trio sulla scorta del rock scuro britannico degli ultimi anni - Muse e Placebo su tutti - tecnicamente molto preparato ed egregiamente indirizzato sul suono definito dai suoi padri putativi. Gran malinconia nei testi ("Il prossimo pezzo parla di una serata un po' giù... una delle tante") e morbose code strumentali: ottimi. Lorenzo Maffucci - La Nazione - 13/6/2004 |
underfloor--->